Siccità invernale record, rischio di produzioni agricole ridotte. In 40 anni aumento di 2 gradi della temperatura media

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A Chioggia nei giorni scorsi si è seminato su un deserto di polvere, ma la siccità è una spada di Damocle per tutta l’agricoltura veneziana. Attesa dunque per le piogge primaverili, dopo un inverno asciutto, che potrebbe aprire le porte a una siccità con effetti anche gravi, se ad aprile e maggio le precipitazioni non saranno sufficienti.

A CHIOGGIA DIFFICOLTA’ AD IRRIGARE I CAMPI PER SICCITA’ E RISALITA DEL CUNEO SALINO
“In questi giorni sono in corso le preparazioni dei terreni, ma nell’area di Chioggia si stanno effettuando le semine dei cereali su deserti di polvere, vista la mancanza di piogge consistenti per tutto l’inverno: è già quasi impossibile irrigare i campi, anche a causa del mancato avvio dei lavori di sbarramento per impedire la risalita del cuneo salino - ha sottolineato nei giorni scorsi Nazzareno Augusti, segretario di Confagricoltura Venezia a Chioggia. - Se le piogge primaverili non saranno sufficienti e i lavori previsti non partiranno, la siccità potrebbe aggravarsi al punto da far penetrare più ampiamente l’acqua marina con una risalita tale da rendere completamente inservibili i canali irrigui, già a secco, uccidendo l’agricoltura dell’intera area di Chioggia e dell’entroterra Cavarzerano e del Piovese. Sia chiaro che danneggiare le colture significa incidere sulla disponibilità alimentare delle nostre comunità”.

IL PRESIDENTE PASTI: “SERVONO MIGLIORE GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE E IMPIANTI DI IRRIGAZIONE PIU’ EFFICIENTI”
Bisogna tornare indietro di trent’anni, al 1990 e al 1992, per trovare una quantità di pioggia invernale inferiore all’ultimo inverno.
“E’ importante fare investimenti per ottimizzare la gestione delle risorse idriche, con interventi per la ricarica delle falde, lo sbarramento contro la risalita del cuneo salino e anche il miglioramento delle tecniche agronomiche e la realizzazione di impianti di irrigazione più efficienti – precisa Marco Aurelio Pasti, presidente di Confagricoltura Venezia. - Fino a febbraio, non ci sono state grosse difficoltà nelle campagne, ma il tempo asciutto, protratto per tutto il mese di marzo, ha creato problemi alle concimazioni azotate di copertura dei cereali come frumento ed orzo, che hanno bisogno di umidità nel terreno per avere una buona efficacia. Anche le semine delle barbabietole da zucchero, soprattutto nei terreni più grossolani, sono in difficoltà per l’umidità insufficiente a far germogliare i semi.

A UN PASSO DALL’EMERGENZA, CON IL FIATO SOSPESO ANCHE NEL VENETO ORIENTALE
Se le piogge dovessero essere insufficienti, la situazione potrebbe diventare molto difficile.
“Per ora non siamo di fronte ad un’assillante necessità di procedere con l'irrigazione delle colture in atto – afferma Simone Bozza, segretario di Confagricoltura Venezia nella zona di Portogruaro e San Donà. - I danni, per frumento ed orzo, non sono ancora quantificabili. Siamo però nel momento cruciale: con piogge insufficienti, ci potrebbero essere conseguenze con produzioni molto probabilmente ridotte. Per le semine primaverili si può ancora attendere. Per le barbabietole, già a dimora, la carenza d'acqua ancora non è pregiudizievole, ma tutto dipende da quando pioverà. L'estate? Chissà... Bisogna capire quanto pioverà in primavera e se, in montagna, gli invasi si riempiranno come di consueto. I Consorzi di Bonifica sono in allerta già da alcune settimane, anche se ancora, in concreto, non sono state prese decisioni di natura straordinaria”.

IN 40 ANNI, AUMENTO DI 2 GRADI IN VENETO CON MAGGIORE EVAPORAZIONE DELL’ACQUA
"Inverno asciutto frumento dappertutto”, diceva una volta un vecchio proverbio che stava ad indicare come il problema principale dei cereali autunno vernini fosse l’eccesso idrico soprattutto nel periodo successivo alle semine con il rischio che marcisse il seme prima di germinare, ma anche nella fase di crescita delle piante con condizioni asfittiche che provocassero una carenza di ossigeno per le radici oltre che lisciviazione di azoto negli strati più profondi del terreno. “Non è certo il caso di quest’ultimo inverno in cui è piovuto meno del normale, soprattutto negli ultimi due mesi – conclude il presidente Pasti. - E’ difficile affermare che la mancanza di piogge di quest’ultimo inverno derivi dal cambiamento climatico, tuttavia l’estate scorsa è uscito uno studio che analizzando una mole immensa di dati è riuscito a stabilire un nesso tra piogge estreme e cambiamento climatico. All’aumento di eventi con piogge estreme, corrispondono poi periodi prolungati di mancanza di precipitazione. Inoltre, è un dato ormai acquisito che negli ultimi quarant’anni le temperature medie in Veneto sono aumentate di 1.5/2 gradi, con conseguente incremento anche dell’acqua evaporata dai terreni e traspirata dalle piante”.

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