No al latte in polvere nei formaggi veneti. Confagricoltura chiede chiarezza

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NO AL LATTE IN POLVERE NEI FORMAGGI VENETI.

NO ALLA CANCELLAZIONE DELLA TIPICITÀ DELLE NOSTRE PRODUZIONI.

CONFAGRICOLTURA VENETO CHIEDE CHIAREZZA VERSO IL CONSUMATORE CON L’INDICAZIONE IN ETICHETTA DEL PRODOTTO.

 

La Commissione europea ha inviato nei giorni scorsi una lettera all’Italia per chiedere “la fine del divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, concentrato e ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero-caseari, previsto da una legge nazionale che risale al 1974”.

Di fatto, spiega Confagricoltura Veneto, entro fine di luglio l’Italia dovrà dare una risposta all’Europa, a seguito dell’ammonimento della Commissione UE (infrazione n. 2014/4170), che per la legge vieta nel nostro Paese l’utilizzo di latte condensato o latte in polvere o latte ricostituito.

Secondo la Commissione europea la normativa italiana, che proibisce l'uso di surrogati, è un ostacolo alla “libera circolazione delle merci”, stante che nel resto dell'Unione europea i “latticini senza latte” sono di uso comune.

Per il Presidente della Sezione Economica lattiero-casearia di Confagricoltura Veneto Fabio Curto: ”Questa disposizione europea non tocca in alcun modo le produzioni di qualità certificata e i nostri formaggi Dop che nel Veneto sono l’Asiago Dop, la Casatella Trevigiana Dop, il Grana Padano Dop, il Montasio Dop, il Monte Veronese Dop e il Piave Oro Dop.

Ma anche le altre specificità dei formaggi italiani e veneti prodotti con latte fresco vanno salvaguardate. Non dobbiamo permettere la cancellazione della tipicità delle nostre produzioni che sono frutto di cultura e tradizioni centenarie. Ci sono svariati formaggi di qualità e di eccellenza, come i formaggi di malga, che non possono essere uniformati cancellando gusti e sapori tipici frutto della nostra storia. La Comunità europea deve unire le identità nazionali, non cancellarle.”

Lorenzo Nicoli, Presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli veneti aggiunge: “Ci rendiamo conto che non sarà facile, vista la normativa, mantenere la situazione attuale e far valere le normative italiane. Su questo fronte il nostro Presidente nazionale Mario Guidi si è mosso subito incontrando il Commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan.

L’Italia deve attivare da subito una migliore etichettatura dei prodotti lattiero-caseari, obbligando la distinzione chiara tra quelli ottenuti utilizzando latte fresco e quelli per i quali sono stati impiegati anche latte condensato o in polvere, poiché la normativa europea sull’etichettatura, a detta anche della Commissione, permetterebbe una tale distinzione.

Dobbiamo assolutamente difendere la qualità e l’eccellenza della produzione casearia del Veneto e questo si può fare attraverso un’etichettatura mirata del prodotto e attraverso la sua pubblicizzazione e promozione sia in Italia, sia all’estero.

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina ha dichiarato che difenderà la qualità del sistema lattiero caseario italiano, ma mi auguro per il bene del Made in Italy, che sia tutto il Governo italiano ad assumere forti iniziative ed azioni nel merito.
In questo periodo il rapporto fra il prezzo del latte alla stalla e il suo costo di produzione ha raggiunto livelli limite di sopravvivenza per i nostri allevatori e ciò nonostante, considerando anche la crisi economica in essere, l'esportazione dei prodotti lattiero-caseari nel primo trimestre di quest'anno hanno fatto registrare un aumento di oltre il 9%.

L’Italia e gli allevatori italiani non si possono permettere ulteriori penalizzazioni o interventi devastanti per il settore lattiero caseario”.

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