Glifosato, bene la revoca del divieto

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La revoca dell’autorizzazione dei prodotti a base di glifosato scattata il 22 agosto del 2016 ci aveva messo in difficoltà – dice Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona – e rischiava di rendere meno competitive le imprese agricole, sia per la diminuzione delle rese, sia per l’aumento dei costi di gestione rispetto ai Paesi extra Ue, dove la sostanza è ammessa. Perciò consideriamo molto positivo il fatto che siano state recepite le nostre richieste, espresse a livello europeo, arrivando a una scelta consapevole che ha fatto prevalere le ragioni della scienza”.
Ferrarese sottolinea che il glifosato presenta molti vantaggi, anche dal punto di vista ambientale, che i detrattori hanno sempre volutamente evitato di dire nelle loro campagne di demonizzazione: “Il prodotto è utilizzato nelle tecniche di agricoltura conservativa (semina diretta, minima lavorazione), apportando benefici come la diminuzione delle emissioni di CO2, una minor erosione del suolo e un maggior contenuto di sostanza organica, trattenendo maggiormente l’acqua nel suolo e aumentando le capacità di stoccaggio del carbonio. Ci auguriamo quindi che il nostro Paese – conclude – prenda atto della decisione della Commissione europea, senza introdurre ulteriori limitazioni o divieti. La prudenza va applicata semmai su molti prodotti importati, trattati con prodotti proibiti in Italia, dove vigono norme più restrittive”.
In merito al voto contrario alla proroga dell’Italia e alle dichiarazioni del ministro Maurizio Martina, che ha annunciato di voler portare il nostro Paese all’utilizzo zero del glifosato entro il 2020, Ferrarese ricorda che “un Paese membro può legiferare in maniera diversa a quando deliberato dall’Ue, adducendo ad esempio il principio di precauzione com’è accaduto con gli Ogm. Poi però il provvedimento può essere contestato, com’è successo in settembre quando la Corte di Giustizia europea ha dichiarato illegittimo il decreto del governo italiano che proibisce la coltivazione del mais geneticamente modificato. Se l’Italia farà un provvedimento contrario anche con il glifosato, rischierà anche in questo caso che gli agricoltori facciano ricorso all’Alta Corte e che la legge risulti illegittima. Il principio di precauzione deve infatti basarsi sulla certezza dell’esistenza del rischio, vale a dire una valutazione scientifica che ne attesti la pericolosità. Ricordo comunque che l’uso del prodotto in Italia è già molto limitato molto rispetto a Paesi del Nord Europa, dove viene utilizzato anche per far maturare le piante”.

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