Report convegno Mais precoci e precocissimi

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Mercoledì 15 marzo 2017 si è tenuto, presso la sala conferenze di Confagricoltura Veneto, l’incontro sui Mais precoci e precocissimi, organizzato da Anga Venezia con la collaborazione di Confagricoltura Venezia.
Il relatore dell’incontro è stato il Dott. Lurti, ricercatore scientifico della stazione di ricerca KWS di Monselice.
All’incontro ha partecipato anche il Dott. Marco Pasti, presidente del Consorzio Maiscoltori di La Salute di Livenza.
La Kws ha sviluppato a Monselice un importante centro di ricerca specializzato nello studio e la selezione degli ibridi di mais per tutto il bacino del Mediterraneo e la Cina. Laboratori e campi sperimentali sono gli strumenti a disposizione degli operatori che testano sul campo le qualità dei prodotti del loro lavoro, con l’obiettivo di fornire agli agricoltori ibridi sempre più resistenti agli agenti patogeni e alle tossine e che abbiano al contempo una resa soddisfacente in termini di raccolta.
Le linee guida della ricerca si possono riassumere con: produzione, tolleranze e qualità. Sostenibilità ambientale ed economica sono i diktat del lavoro dei ricercatori. Nello specifico: mais resistenti ad attacchi di insetti e batteri, che hanno cicli vegetativi più brevi del consueto e, di conseguenza, non risentono di stress dovuti alle alte temperature estive che li renderebbero più vulnerabili; colture che, grazie alla loro minore permanenza in campo, consentono un risparmio di risorse idriche; produzioni che consentono una buona redditività agli agricoltori.
Vista la crisi del settore maidicolo italiano,che negli ultimi anni ha visto un prodotto svalutato e di difficile commercializzazione a causa dei noti problemi sanitari, è quanto mai interessante per gli agricoltori considerare la semina di prodotti altamente selezionati, in grado di resistere alle condizioni climatiche della pianura padana che hanno messo a dura prova le sementi tradizionali.
La corretta gestione agronomica della coltura non è più sufficiente ad evitare tossine quali il DON o le fumonisine, perché sul mercato continua ad essere presente una gran parte di genetica non sviluppata in Italia che, di conseguenza, non ha la capacità di resistenza in campo adeguata a garantire una produzione soddisfacente dal punto di vista sanitario.
I mais precoci appartengono alle classi Fao 300-400 hanno un ciclo vegetativo più breve, che vede la loro permanenza in campo inferiore di 40 giorni rispetto agli standard, rendendo possibile realizzare la semina di una seconda coltura anticipatamente. Generalmente è consigliata la colza nella successione colturale.
Producono una granella semivitrea, destinata al consumo alimentare per la elevata qualità.
Grazie al ciclo ridotto, hanno una maggiore sostenibilità ambientale, in quanto consentono il risparmio di risorse idriche ed un ridotto consumo di CO2. Ulteriore vantaggio è la possibilità di evitare trattamenti anti piralide, ovviando l’irrorazione di insetticidi con evidenti vantaggi ambientali ed economici.
Gli ibridi precoci, proprio per le loro caratteristiche di rapidità nello sviluppo, richiedono una corretta concimazione del terreno con azotatura, possibilmente localizzata in semina, da effettuarsi preferibilmente nel primo periodo di aprile e successiva sarchiatura con concimazione localizzata non successiva allo sviluppo delle 6-8 foglie, orientativamente verso i primi 15 giorni di giugno.
Gli interventi di diserbo vanno effettuati preferibilmente in presemina, con il dosaggio minimo riportato in etichetta, per evitare stress al rapido sviluppo della pianta.
La semina deve prevedere un investimento maggiore per garantire buone rese, la densità consigliata è di 11 semi per metro quadro.
La produzione, in assenza di irrigazione, si attesta attorno ai 90 q/ha.
La raccolta dovrebbe essere effettuata con umidità non inferiore al 23% per evitare l’esposizione a contaminazioni in campo.
L’attrattiva dei mais precoci è ulteriormente accentuata dalla possibilità della creazione di filiere con le industrie di trasformazione alimentare. Sono presenti nel territorio provinciale aziende che ricevono granella e la trasformano per il consumo alimentare umano. La farina di mais ha sempre maggiori utilizzi, un mulino del territorio la utilizza anche per la produzione di pasta.

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