Report del convegno: le problematiche del settore cerealicolo e nuove tecniche di concimazione

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Il giorno 16 febbraio u.s., presso il Teatro Tullio Serafin di Cavarzere si è tenuto un convegno, organizzato dalla sezione del mandamento di Cavarzere della Confagricoltura di Venezia, sul tema: “Le problematiche dei cereali - nuove tecniche di concimazione”.
Di fronte a 130 agricoltori ed operatori del settore hanno relazionato sul tema: Romano Silimbani, president emandamentale di Confagricoltura di Cavarzere e Cona, Giulio Rocca - Presidente Confagricoltura di Venezia, Arnaldo Bovolenta - Imprenditore e commerciante del settore Stefano Gardenghi della società TIMAC, Massimo Bestetti della società CHIMIBERG, Amedeo Reyneri dell'Università di Torino - Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari e Mario Guidi Presidente Nazionale di Confagricoltura.
Romano Sillimbani, in apertura dei lavori del convegno, ha sottolineato come, nell'attuale momento di difficoltà delle colture cerealicole e delle commodities in generale, le nuove tecniche agronomiche possano fornire un valido supporto al lavoro degli agricoltori. “Quando ho iniziato l'attività mi ricordo che c'erano a disposizione solo 10-15 tipologie di concimi, oggi ce ne sono centinaia”, per cui non è sempre facile orientare le nostre decisioni verso un prodotto piuttosto che un'altro.
Ha quindi passato la parola ad Arnaldo Bovolenta che ha illustrato le caratteristiche dei mezzi tecnici più recenti ed innovativi (concimazioni, diserbi e antiparassitari) a disposizione per la coltura del grano.
Stefano Gardenghi, della società TIMAC, ha illustrato le particolari caratteristiche di un brevetto della società TIMAC che inibisce la retrogradazione del fosforo rendendo questo elemento sempre disponibile per l'assorbimento da parte delle piante, sottolineando l'importanza di questo elemento in particolare nelle prime fasi di sviluppo delle piante.
Pierpaolo Hacka, rappresentante della Società CHIMIBERG, ha invece illustrato le caratteristiche di un prodotto innovativo utilizzato per la geo disinfestazione del mais.
E' intervento quindi Amedeo Reyneri dell'Università di Torino che inizialmente ha analizzato le cause della contrazione delle coltivazioni di mais nel nostro paese sottolineando come questo aspetto possa mettere a rischio le produzioni DOP e IGO del nostro paese (prosciutti e formaggi in particolare). Ha quindi parlato dell'importanza di alcune tecniche colturali e del problema delle micotossine.
Infine ha sottolineato come il futuro del mais nel nostro paese sia legato alla capacità di innovare per rispondere alle necessità delle filiere specializzando le produzioni. “Già oggi - ha sottolineato – ci sono strutture di sticcaggio che trattano 5 tipologie di mais differenti. In futuro – ha concluso – dovremo avere sistemi maidicoli più efficienti e produttivi.”
E' quindi intervento Giulio Rocca , presidente di Confagricoltura Venezia che salutando i partecipanti e ringraziando il presidente Romano Sillimbani per essersi fatto promotore dell'organizzazione del convegno ha evidenziato come siano essenziali queste occasioni di contatto e confronto con la base associativa.
Il mais è calato – ha aggiunto- ma dobbiamo far di tutto per salvaguardarlo, in generale è necessario fare sistema per salvaguardare tutte le nostre produzioni anche se oggi non è facile in un mondo oramai globalizzato”.
E' seguito l'intervento del presidente nazionale di Confagricoltura Mario Guidi che inizialmente ha sottolineato come oggi in agricoltura non sia più sufficiente la tecnica e come, con il mercato globalizzato, non sia più possibile seminare una coltura senza sapere poi a chi può essere venduta.
C'è inoltre, da parte delle amministrazione, oggi una visione completamente distorta di quella che è la realtà delle imprese agricole”.
A livello comunitario, come Confagricoltura, abbiamo ribadito che non sia possibile realizzare una sostenibilità ambientale se non viene garantita la sostenibilità economica delle imprese e come sia necessario prevedere delle misure per sostenere gli agricoltori nei momenti di difficoltà.
La PAC attuale è sbagliata e dannosa – ha aggiunto – eppure, ancora oggi, a Bruxelles, parlano ancora di stringere sulle misure del greening, il futuro però è nelle nostre mani e dipenderà da quello che sapremo fare in azienda, ma soprattutto al di fuori delle nostre aziende. E' necessario insistere per avere risorse per poter disporre delle migliori attrezzature e tecnologie non più per finanziare le misure agroambientali”.
Sulle recenti vicende che hanno interessato le rilevazioni dei prezzi di mercato da parte delle borse merci con quotazioni del prodotto nazionale, a parità di caratteristiche, inferiori per il prodottot nazionale rispetto a quello estero, spesso OGM, ha ribadito come vadano chiuse le borse merci che fanno delle rilevazioni che non sono più attinenti alla realtà per passare a delle forme di contrattazione individuale e collettiva che portino alla stipula di contratti di compravendita.
Il caso del mais è diverso da quello del grano - ha precisato - per il mais il problema è legato alla garanzia delle caratteristiche qualitative, mente per il grano è legato prevalentemente alla segregazione delle partite.”
Sulla riforma della PAC di medio termine del cosiddetto decreto omnibus, come Confagricoltura, è stato richiesta maggiore attenzione per le agricolture dei paesi mediterranei, una semplificazione del greening e della qualifica dell'agricoltore attivo.
L'agricoltura sarà sempre più centrale e vitale se riusciremo a tornare a fare agronomia e se riusciremo a conquistare i mercati”.
Su questo aspetto ha ricordato l'esempio fatto con il marchio “OPERA”, nato su iniziativa dei produttori di Confagricoltura che il primo marchio per il prodotto pera italiano e come sia necessario, alla stregua di quanto fatto per la pera, darsi da fare per non lasciare ad altri “pezzi” di valore aggiunto ad altri.
 
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