Newsletter Confagricoltura Venezia n. 24 del 15/12/15

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       Newsletter n. 24 del 15/12/15


Indice:

  1. Ciambetti a Confagricoltura: “superare uniti il paradosso di un mercato che non paga la qualità”;
  2. Miglioramento genetico applicato alla viticoltura: segnali importanti dal mondo dell’ imprenditoria;
  3. Enrico Pizzolo alla guida del settore bovini da carne di Confagricoltura Veneto: “Servono misure urgenti e rilancio del settore”;
  4. Nasce AVA – Associazione Veneta Allevatori;
  5. Vigneti: in arrivo dalla Regione 13,5 milioni di euro per sostenere gli investimenti dei viticoltori veneti in ristrutturazione, reimpianto e riconversione;
  6. Vigneti: via libera al nuovo sistema di autorizzazioni;
  7. Timbratura auricolare dei suini: incontro tra Confagricoltura Veneto e il servizio veterinario regionale;
  8. Abolito l’obbligo di tenuta del registro infortuni;
  9. Polizze avversità 2015: urgente consegna documenti agli uffici del CAA:
  10. Saldo Imu e Tasi entro domani 16 dicembre;
  11. SISTRI: guida pratica all’uscita dal sistema di tracciabilità elettronica dei rifiuti.
     
 

DEAR Visitatore,

Ciambetti a Confagricoltura: “superare uniti il paradosso di un mercato che non paga la qualità”

ciambetti

“Mario Guidi, presidente nazionale di Confagricoltura, ha ragione: per affrontare il mercato globale bisogna utilizzare nuove strategie, nuovi strumenti, ma soprattutto saper fare squadra, investire in una nuova cultura dell’agricoltura”: il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, a margine dell’inaugurazione della nuova sede provinciale di Confagricoltura a Vicenza, dove oltre al saluto del Consiglio regionale aveva portato anche quello del presidente Luca Zaia, si è fermato a discutere con alcuni rappresentanti del mondo agricolo di Confagricoltura, che gli hanno manifestato viva preoccupazione per la situazione di oggettiva difficoltà vissuta non solo dal comparto agricolo. “Guarire dalla crisi economica non è facile”, ha poi dichiarato Ciambetti, “né si esce attraverso bonus o descrizioni ottimistiche della realtà: purtroppo il sistema Italia, non solo l’agricoltura, arranca e dobbiamo individuare nuove soluzioni. Anch’io sono visibilmente preoccupato per la disoccupazione dei lavoratori anziani e dei giovani, nonché per i problemi di sicurezza con una delinquenza sempre più agguerrita”. “Lo scenario economico, poi, non è così roseo come lo si vuol dipingere e temo che le preoccupazioni del ministro Padoan per una revisione delle stime di crescita al ribasso siano reali e nascano non già dalle tensioni internazionali, ma dalla difficile situazione in cui versa il Paese – ha detto il Presidente dell’assemblea veneta – In questa sede, per la prima volta, non ho visto il tentativo di scaricare colpe sul Pubblico e sulla Politica e questo mi ha sorpreso positivamente: gli agricoltori vogliono fare pulizia in casa loro, capire dove sbagliano e come possono riconquistare il ruolo sociale oltre che economico che gli spetta”. “Per questo – ha proseguito Ciambetti - sono rimasto positivamente colpito dagli interventi di Michele Negretto e Lorenzo Nicoli, rispettivamente presidente provinciale e regionale di Confagricoltura che mi sembrano perfettamente in linea con quanto sostenuto da Mario Guidi: bisogna scommettere sulla ricerca e passare da una idea di agricoltura sovvenzionata ad un settore primario internazionalizzato, che punta sull’informatica e sulle tecnologie. L’atomizzazione delle imprese ed una spiccata propensione all’individualismo sono zavorre da cui bisogna liberarsi al più presto: stop a sovvenzioni che drogano il mercato, che magari soddisfano esigenze di clientele, ma non permettono all’agricoltura di fare quel salto di qualità oggi necessario. Mi ritrovo quindi totalmente nelle posizioni espresse dai dirigenti di Confagricoltura e credo sia possibile attivare un percorso comune per superare quel paradosso ben definito dal presidente Guidi: di agricoltura si discute molto, tutti sono convinti dell’importanza del prodotto sano, stagionale, di qualità, nonché di una agricoltura attenta ai valori dell’ambiente e rispettosa dei diritti dei lavoratori, ma, dall’altra parte scopriamo che i bilanci delle aziende agricole sono in sofferenza perché il produttore spunta prezzi risibili. E’ una contraddizione che ci coinvolge tutti: mi sembra che il mondo contadino abbia preso coscienza di ciò e stia correndo a prendere i provvedimenti più adatti. Le istituzioni, Regione in primis, non possono non essere al fianco dei loro agricoltori”.

 
 

Miglioramento genetico applicato alla viticoltura: segnali importanti dal mondo dell’ imprenditoria

vino

Dopo aver affrontato il tema della cisgenesi e del genoma editing al convegno di Confagricoltura Veneto “Le nuove vie del miglioramento genetico” che si è tenuto nelle scorse settimana a Padova, nuove conferme dell’importanza dell’applicazione delle nuove tecniche genetiche al mondo della viticoltura arrivano dai “grandi nomi” del settore vitivinicolo.
A difendere le cisgenesi in un recente articolo sul magazine Vinoway, che qui riportiamo integralmente, è stato Angelo Gaja, proprietario della nota azienda vitivinicola leader nel settore.
"Sfatiamo il tabù delle viti OGM, sarà la salvezza del vino italiano – ha dichiarato l’imprenditore - Solo con il trasferimento di geni da piante della stessa specie (cisgenesi) si può dare un futuro ai grandi vini italiani.
Se i ricercatori non verranno autorizzati ad applicare le nuove tecniche genetiche, le nostre vigne non hanno futuro. So bene che la cisgenesi è considerata una tecnica Ogm e gli organismi geneticamente modificati nei campi appaiono a tanti come una bestemmia. Ma di fronte ai nemici (come ad esempio la peronospora che secca foglie e grappoli e l’oidio che infetta tutti gli organi verdi della pianta) non si può stare fermi. C’è chi nelle cantine è contento perché con l’aumento delle temperature le vendemmie di buona qualità sono più frequenti. Ma c’è purtroppo l’altra faccia della medaglia ovvero che con il caldo e la scarsità di pioggia sono arrivate malattie parassitarie vecchie e nuove, la sofferenza di vigneti a causa di periodi troppo a lungo siccitosi, le uve che arrivano in cantina troppo calde, ancora coperte di antiparassitari che la siccità non ha concesso di dilavare. Bisogna che il nostro Paese autorizzi i ricercatori ad accedere alle nuove tecniche. Il mondo del vino deve evitare il pericolo più grave... Stare fermo!".
“Bisogna che il nostro Paese autorizzi i ricercatori ad accedere alle nuove tecniche” è lo stesso messaggio che Confagricoltura Veneto aveva lanciato al proprio convegno e che adesso viene raccolto e riaffermato da Angelo Gaja.
Anche il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ha annunciato un'apertura alla cisgenesi, dichiarando che:"è sempre più evidente che il solo dibattito pro e contro OGM è un argomento superato. Siamo pronti a supportare un piano organico di iniziative di ricerca, a legislazione vigente, con tecnologie più sostenibili sulle principali colture nazionali.
Mi riferisco a strumenti come il “genome editing” e l’approccio cisnetico che ci possono consentire un miglioramento genetico mirato, senza alterare le caratterizzazioni produttive di un sistema agroalimentare. Abbiamo chiesto all’Europa una discussione definitiva perché queste tecnologie vengano pienamente riconosciute diversamente dagli OGM transgenici. Questa è una partita che vogliamo giocare al fianco delle aziende, degli agricoltori e dei ricercatori".

Dopo aver affrontato il tema della cisgenesi e del genoma editing al convegno di Confagricoltura Veneto “Le nuove vie del miglioramento genetico” che si è tenuto nelle scorse settimana a Padova, nuove conferme dell’importanza dell’applicazione delle nuove tecniche genetiche al mondo della viticoltura arrivano dai “grandi nomi” del settore vitivinicolo.
A difendere le cisgenesi in un recente articolo sul magazine Vinoway, che qui riportiamo integralmente, è stato Angelo Gaja, proprietario della nota azienda vitivinicola leader nel settore.
"Sfatiamo il tabù delle viti OGM, sarà la salvezza del vino italiano – ha dichiarato l’imprenditore - Solo con il trasferimento di geni da piante della stessa specie (cisgenesi) si può dare un futuro ai grandi vini italiani.
Se i ricercatori non verranno autorizzati ad applicare le nuove tecniche genetiche, le nostre vigne non hanno futuro. So bene che la cisgenesi è considerata una tecnica Ogm e gli organismi geneticamente modificati nei campi appaiono a tanti come una bestemmia. Ma di fronte ai nemici (come ad esempio la peronospora che secca foglie e grappoli e l’oidio che infetta tutti gli organi verdi della pianta) non si può stare fermi. C’è chi nelle cantine è contento perché con l’aumento delle temperature le vendemmie di buona qualità sono più frequenti. Ma c’è purtroppo l’altra faccia della medaglia ovvero che con il caldo e la scarsità di pioggia sono arrivate malattie parassitarie vecchie e nuove, la sofferenza di vigneti a causa di periodi troppo a lungo siccitosi, le uve che arrivano in cantina troppo calde, ancora coperte di antiparassitari che la siccità non ha concesso di dilavare. Bisogna che il nostro Paese autorizzi i ricercatori ad accedere alle nuove tecniche. Il mondo del vino deve evitare il pericolo più grave... Stare fermo!".
“Bisogna che il nostro Paese autorizzi i ricercatori ad accedere alle nuove tecniche” è lo stesso messaggio che Confagricoltura Veneto aveva lanciato al proprio convegno e che adesso viene raccolto e riaffermato da Angelo Gaja.
Anche il Ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, ha annunciato un'apertura alla cisgenesi, dichiarando che:"è sempre più evidente che il solo dibattito pro e contro OGM è un argomento superato. Siamo pronti a supportare un piano organico di iniziative di ricerca, a legislazione vigente, con tecnologie più sostenibili sulle principali colture nazionali.
Mi riferisco a strumenti come il “genome editing” e l’approccio cisnetico che ci possono consentire un miglioramento genetico mirato, senza alterare le caratterizzazioni produttive di un sistema agroalimentare. Abbiamo chiesto all’Europa una discussione definitiva perché queste tecnologie vengano pienamente riconosciute diversamente dagli OGM transgenici. Questa è una partita che vogliamo giocare al fianco delle aziende, degli agricoltori e dei ricercatori".

 
 

Enrico Pizzolo alla guida del settore bovini da carne di Confagricoltura Veneto: “Servono misure urgenti e rilancio del settore

pizzolo
“Per le carni rosse l’anno si chiude in forte crisi. Servono misure urgenti per salvare il settore o decine di allevamenti in Veneto chiuderanno”. E’ l’allarme lanciato da Enrico Pizzolo, eletto nuovo presidente della sezione regionale Bovini da carne di Confagricoltura Veneto.
Vicentino di Lonigo, 38 anni, laurea in economia e commercio, Pizzolo conduce con il fratello un’azienda a prevalente indirizzo zootecnico ed ha alle spalle un notevole bagaglio sindacale, essendo stato vicepresidente nazionale dei giovani Anga di Confagricoltura, presidente Anga provinciale e vicepresidente di Confagricoltura Vicenza.
Pizzolo assume la guida regionale del settore in un momento in cui le carni rosse segnano un momento di crisi storica, con un calo che nel 2015 è stimato sul 2 per cento, in linea con il tracollo che nell’ultimo decennio è arrivato a un – 26 per cento su base nazionale.
“In Veneto ci sono circa 8.500 allevamenti con prevalente indirizzo da carne, molti dei quali di piccole dimensioni – dice il neo presidente -. La crisi economica, che non dà segnali di miglioramento, ha contribuito non solo alla riduzione dei consumi di carne rosse, calati da 24 a 19 chilogrammi pro capite, ma anche ad una consistente virata verso prodotti di importazione a più basso costo da Paesi come Argentina e Brasile. Una concorrenza difficile da reggere per un’eccellenza produttiva come la nostra, che si regge su maggiori costi produttivi finalizzati alla salubrità, qualità e tracciabilità dei nostri bovini. L’embargo russo ha aggravato la crisi e, ciliegina sulla torta, è arrivata la decisione dello Iarc, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, di includere le carni rosse nella classe 2A delle sostanze potenzialmente cancerogene, amplificata in modo fuorviante e incompleto dalla stampa italiana come in nessun altro Paese al mondo”.
Il Veneto è il maggior produttore nazionale di carni rosse. Nel 2014 la produzione di carne bovina è stata di 189.200 tonnellate (dati di Veneto Agricoltura su base Istat), per un valore della produzione di 459 milioni di euro, in flessione di circa il 3,4% rispetto al 2013. La prima provincia nella produzione è Verona con 55.099 tonnellate, seguita da Padova con 41.622, Treviso con 37.574, Vicenza con 24.177, Rovigo con 15.224, Venezia con 11.852 e Belluno con 3.651.
“Il settore è molto importante in Veneto – rimarca Pizzolo -: sia per l’agricoltura, perché i cereali prodotti in regione vengono in gran parte consumati negli allevamenti, sia per l’indotto che creano se pensiamo a mangimifici, concerie, macelli, trasporti, macellerie, servizi. Servono misure importanti per salvare il settore in questa fase di crisi, ma bisogna pensare anche ad una riprogrammazione del futuro del comparto”.
Il rilancio, secondo il presidente, dovrà partire da una riorganizzazione della filiera cominciando dagli allevamenti: “Tre le parole chiave: sostenibilità, etica e comunicazione – scandisce -. Sostenibilità significa dare agli allevatori la giusta remunerazione, a fronte di tecniche produttive che rispettino l’ambiente e siano garanzia di un prodotto salubre e di qualità. L’etica vuol dire adottare sistemi di allevamento che migliorino le condizioni di vita degli animali. Infine la comunicazione, fondamentale per informare e far conoscere ai consumatori un comparto che deve tornare ad essere il vanto di questa regione”.

 
 

Nasce AVA – Associazione Veneta Allevatori

ava

Le Assemblee dei soci delle Associazioni Provinciali Allevatori di Treviso e Padova riunite in seduta straordinaria hanno sancito, dopo oltre sessant’anni di attività, la loro incorporazione in Associazione Veneta Allevatori.  Ora diverrà operativa la nuova Associazione che avrà valenza regionale ed assocerà oltre 700 allevatori con varie specializzazioni produttive e avrà un organico di partenza pari a 25 dipendenti. La nuova Associazione raccoglie quindi le professionalità e le competenze maturate dai tecnici in decenni di attività di consulenza prestata agli allevamenti associati. Anche dal punto di vista patrimoniale la nuova Associazione sarà ben dotata: disporrà infatti di sedi in proprietà a Treviso, Padova ed è in procinto di attivare una sede secondaria a Verona. La nuova Associazione mira a sviluppare servizi utili e calibrati alle necessità degli allevatori Veneti promuovendo la loro crescita imprenditoriale nel rispetto del benessere animale e del rispetto ambientale. Essa si candida anche a divenire e rappresentare per le istituzioni locali e Regionali un interlocutore focalizzato sulle problematiche specifiche della zootecnia Veneta e, se del caso, contribuire a migliorare l’efficacia di eventuali interventi progettuali della stessa Regione Veneto sulla zootecnia regionale.
La nascita della nuova Associazione mira a colmare il vuoto operativo locale venutosi a creare con la riorganizzazione del sistema allevatori voluto da AIA che ha escluso sia l’APA di Padova che di Treviso, oltre ad altre APA Venete, dal progetto stesso. L’Associazione Veneta Allevatori non è alternativa all’ARAV e non intende minimamente contrastare l’attività di selezione genetica affidata dalla stessa AIA ad ARAV sulla base della Legge 30/91, anzi auspichiamo una sinergia operativa tra le Associazioni che operano in ambito zootecnico, sinergie che dovrebbero essere facilitate dalle modifiche della stessa legge 30/91 che sembrano essere allo studio del MIPAAF.
Presidente della neonata associazione è il presidente di Confagricoltura Treviso Lodovico Giustiniani.


Vigneti: in arrivo dalla Regione 13,5 milioni di euro per sostenere gli investimenti dei viticoltori veneti in ristrutturazione, reimpianto e riconversione

Sono in arrivo 13,5 milioni di euro per sostenere gli investimenti dei viticoltori veneti in ristrutturazione, reimpianto e riconversione dei vigneti. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan, ha dato il via libera, con un anticipo di tre mesi rispetto alla tradizionale tempistica, alla campagna 2015/16 del piano regionale di ristrutturazione vitivinicola. Il provvedimento, peraltro in attesa del via libera della terza commissione del Consiglio regionale, dispone l’apertura dei termini per la presentazione delle domande da parte dei viticoltori. Domande ed erogazione dei contributi saranno gestite da Avepa. «Con il piano regionale di riconversione e ristrutturazione - dichiara l’assessore Pan - gli operatori veneti possono adeguare l’offerta delle loro produzioni enologiche ai mutamenti dei gusti dei consumatori e impostare modelli viticoli funzionali ad un maggior livello di meccanizzazione delle operazioni e al miglioramento qualitativo delle produzioni. La regione finanzierà nuovi impianti di vigneti con contributi a fondo perduto che varieranno dai 14 ai 17 mila euro per ettaro piantato. Mi auguro che le procedure di approvazione e gestione del bando siano il più rapide possibili, visto che la tempestività del Veneto negli anni scorsi ha consentito non solo di impegnare l’intera somma erogata dalla Ue ma anche beneficiare di ulteriori fondi, sino a 20 milioni di budget, per effetto del mancato utilizzo da parte di altre regioni».

 
 

Vigneti: via libera al nuovo sistema di autorizzazioni

vigneto copertina

Venerdì scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato, dando così attuazione alla disciplina europea, il nuovo decreto relativo al nuovo sistema di autorizzazioni per impianti viticoli, che partirà dal 1° gennaio 2016 e sarà in vigore fino al 31 dicembre 2030.
Lo strumento, che sostituisce il regime di limitazione agli impianti viticoli gestito attraverso il sistema dei “diritti di impianto e reimpianto”, permetterà il rilascio di autorizzazioni per l’impianto di nuovi vigneti, per i reimpianti e per convertire e utilizzare i vecchi diritti di reimpianto in possesso dei produttori. Il limite massimo annuo di crescita delle superficie vitata nazionale sarà dell’1%.
Al termine del primo anno di applicazione sarà poi effettuata una verifica approfondita al fine di valutare i risultati e apportare, nel caso, modifiche ed integrazioni al fine di migliorare l’efficienza del sistema.

 
 

Timbratura auricolare dei suini: incontro tra Confagricoltura Veneto e il servizio veterinario regionale

Il presidente della sezione regionale suinicoltura, Rudy Milani, e i referenti tecnici di Confagricoltura Veneto hanno incontrato nei giorni scorsi la direzione prevenzione del servizio veterinario regionale per sottoporre alla loro attenzione la questione della timbratura auricolare dei suini e della facilitazione dei processi di tracciabilità dei capi.
La direzione prevenzione ha accolto con favore la nostra richiesta di semplificazione della procedura di identificazione facendosi carico di presentarla presso il Ministero competente in materia di concerto con le altre regioni limitrofe interessate.
Confagricoltura Veneto ci terrà aggiornati sugli sviluppi della questione  e sulla documentazione che sarà predisposta.

 
 

Abolito l’obbligo di tenuta del registro infortuni


Lavoro in agricoltura

Informiamo che il D.lgs. 14 settembre 2015, n. 151, “Disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità”, decreto attuativo del Jobs Act, va a modificare le disposizioni relative alla tenuta del registro infortuni.           Nello specifico, a decorrere dal 23 dicembre 2015 è abolito l’obbligo di tenuta del registro infortuni.             Rimangono comunque a carico del datore di lavoro gli adempimenti relativi alla comunicazione dell’infortunio agli Enti competenti ai fini assicurativi (in riferimento agli infortuni superiori ai 3 giorni) e statistici (infortuni superiori ad un giorno).  In riferimento a quest’ultimo punto (comunicazione ai fini statistici) si sottolinea che la sanzione per la mancata comunicazione degli infortuni superiori ad un giorno è legata all’attuazione del Sistema Informativo Nazionale della Prevenzione. Ad oggi il Sistema Informativo Nazionale non è attivo.

 
 

Polizze avversità 2015: urgente consegna documenti agli uffici del CAA

I produttori che nel 2015 hanno acceso polizze assicurative individuali (senza il consorzio di difesa) per la difesa dalle avversità delle coltivazioni devono consegnare tempestivamente ai nostri uffici del CAA la documentazione relativa alla polizza.
La documentazione è necessaria per la redazione del cosiddetto PAI, il Piano Assicurativo Individuale, elaborato fondamentale per l’erogazione dell’agevolazione.
L'incombenza interessa le colture diverse dal  vigneto, in quanto, per tale coltura, il PAI  è già stato elaborato.

 
 

Saldo Imu e Tasi entro domani 16 dicembre

Entro domani 16 dicembre vanno effettuati i versamenti per IMU e TASI del saldo 2015. Riepiloghiamo i caratteri principali delle due imposte:

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SISTRI: guida pratica all’uscita dal sistema di tracciabilità elettronica dei rifiuti

Come noto il Dm 24 aprile 2014 ha previsto, per quanto concerne il settore agricolo, l’esenzione dal SISTRI dei seguenti soggetti:

• enti e imprese produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi derivanti da attività agricole e agroindustriali con meno di 10 dipendenti;

• enti e imprese di cui all'art. 2135 del codice civile che conferiscono i propri rifiuti nell’ambito di un circuito organizzato di raccolta, indipendentemente dal numero di dipendenti.

Stessa esenzione viene prevista anche per gli enti e le imprese, produttori iniziali di rifiuti pericolosi, derivanti da attività di pesca professionale e acquacoltura di cui al D.lgs. 9 gennaio 2012, n 4. Rimane comunque possibile, in caso ad esempio di particolari esigenze aziendali, aderire volontariamente al SISTRI.

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